A proposito di sogni ad occhi aperti, eccone uno mio, che sconfinando nello stato di dormiveglia è "a cavallo" tra razionalità e irrazionalità...


"…ma la mia immaginazione, infine, sconfinò e si diresse velocemente, opponendosi ai miei desideri, in una lontana terra straniera:

Non è piena luce ancora: è l’Aurora. Sono sola in una distesa di un verde così intenso da apparire blu, lo stesso blu del versante esposto a Nord della penisola incantata.... So d’essere molto lontana dalla mia terra. Cavalli, allo stato brado, nitriscono e galoppano in piena libertà. Ma ecco che arriva uno sconosciuto, un uomo straniero…o dall’aspetto straniero. Lui non parla, sono i suoi occhi ad essere eloquenti. I contorni del suo volto sono appena definiti, in quella luce soffusa e carica degli umori della notte. Ad un tratto, l’uomo mi porge la mano sinistra e da quel gesto io mi lascio tentare, pur non conoscendolo. Emozionata, io tendo la mia destra, lui l’afferra saldamente e, insieme, c’incamminiamo sulla strada da dove è arrivato. Io, sdoppiata, ci osservo entrambi mentre ci allontaniamo, mano nella mano, su quel sentiero luminoso, fino a che diventiamo un puntino in lontananza, dove la vista della strada si perde sulla linea dell’orizzonte. Ed è allora che il sole sorge, nello stesso punto dove, oramai, noi due siamo spariti e dove la luce, improvvisamente, è così forte da imporre di non guardare oltre.

Quando il treno rallentò, frenando fragorosamente alle porte di Padova Centrale, rinvenni o...forse mi svegliai con un bruciante torcicollo e, soprattutto, la sensazione ancora forte che qualcuno mi tenesse per mano. Osservai la mia mano aperta con il palmo rivolto verso l’alto e la richiusi d’impulso, come a voler tenere stretto quel magico contatto..."

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