La beatitudine eterna è lo stato in cui guardare è mangiare.
Il grande dolore dell'uomo, che comincia con l'infanzia e prosegue fino alla morte, è che guardare e mangiare sono due operazioni differenti. La beatitudine eterna è lo stato in cui guardare è mangiare.
Ciò che si guarda quaggiù non è reale, è uno scenario. Ciò che si mangia è distrutto, ma non è più reale. Il peccato ha prodotto in noi questa separazione.
(Simone Weil, L'Ombra e la Grazia)
Ho sempre pensato di poter essere una proiezione in negativo, e che il vero nutrimento fosse la contemplazione.
RispondiEliminaCiao Carissima Preziosa Marina
RispondiEliminaHo sempre pensato di essere me stesso quando in sintonia il cuore vibra anche fuori..... La beatitudine eterna è quando si raggiunge consapevolmente la coscienza Cristica o di Krishina (che è la stessa cosa perché è la stessa maestosa entità cosmica che ha avuto tanti nomi in ogni tempo), prima di questa meta, si vive solo nell'illusione dei sensi e di una mente trasduttrice che facilmente si fa corrompere da tantissime induttanze esterne. La trascendenza si raggiunge con la via pratica, con lo Yoga o con il servizio verso gli altri e assai poco con dogmatico razionale materialistico pensiero speculativo...
So, infine
RispondiEliminaChe mai saprò di me
Finche dura quest’ora
Quel che mai potrò essere
Lascio che il cuore doni quello che sento
Anche se io non sento il canto del mio cuore
Condannato a trovare me stesso
Il viandante
un abbraccio Volponeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!!!!
Anonimo,
RispondiEliminaè molto bella la tua riflessione (anche se non sempre siamo negativi, siamo quel che siamo). Ma non so chi sei... Baci.
Ho sempre pensato di essere me stesso quando in sintonia il cuore vibra anche fuori... grazie raf.
RispondiEliminaCiao rosario, come sei "de profundis" sei troppo forte. Ciao!
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