Asclepio, discepolo di Ermete, ascolta:
"Nessuno dei nostri pensieri potrebbe mai concepire Iddio, nessuna lingua definirlo. L'Incorporeo, l'Invisibile, privo di forma, non può essere percepito dai nostri sensi, non la breve regola del tempo può misurare l'Eterno: e però ineffabile è Dio. Può egli infondere a pochi eletti la facoltà di trascendere le cose naturali e percepire il lontano irradiarsi della suprema perfezione sua, ma niuna parola trovano gli eletti per tradurre in linguaggio volgare l'immateriale visione che li rese esultanti. Possono essi spiegare all'umanità queste secondarie cause della creazione universale, che passano sotto gli occhi loro come immagini della vita universale, ma velata rimane la causa prima, e giungeremo a comprenderla soltanto attraversando la morte."
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Ermete Trismegisto - Duomo di Siena |
Attraversando la morte mi ha fatto pensare alla morte del nostro ego,ad una rinascita spirituale,forse unica forma di autoiniziazione possibile.
RispondiEliminaDinanzi alla contemplazione dell'Eterno solo il silenzio che e' la parola della Luce.
Marina cara,
una felice buona notte.
gea
Ciao Gea, sì in effetti è il distacco da sé stessi...
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