Ancora sulla Visione dall'Alto (Epifania). Gibran.

Il Volo delle Aquile, Giuseppe Rivaroli

Voi date molto e lo ignorate:
In verità la bontà che si guarda allo specchio si tramuta in pietra,
E una buona azione che si compiace di sé stessa genera una maledizione.
E alcuni di voi mi hanno giudicato distante ed ebbro della mia solitudine,
E hanno detto: "Lui tiene consiglio con gli alberi della foresta, ma non con gli uomini.
Siede solitario sulle cime dei monti e guarda l'alto la nostra città."
E' vero, ho scalato le montagne e ho camminato in luoghi remoti.
Ma come avrei potuto vedervi se non da una grande altitudine o da una grande distanza?
In verità, come si può essere vicini se non si conosce la lontananza?

E altri tra voi si sono tacitamente rivolti a me pronunciando queste parole:
"Straniero, straniero, amante di irraggiungibili altezze, perché vivi sulle cime dove le aquile costruiscono il loro nido?
Perché cerchi l'impossibile?
Quali tempeste vorresti carpire?
E quali uccelli chimerici insegui nel cielo?
Vieni, e sii uno di noi.
Scendi, placa la tua fame col nostro pane e spegni la tua sete col nostro vino."
Nella solitudine del'anima questo hanno detto;
Ma se la loro solitudine fosse stata più profonda avrebbero capito che ricercavo soltanto il segreto della vostra gioia e della vostra pena,
E che inseguivo soltanto la vostra essenza più vasta che si libra nel cielo.
Ma il cacciatore è stato anche la preda;
Molte frecce hanno lasciato il mio arco solo per mirare al mio petto.
E il volatile è stato anche rettile;
Quando le mie ali si dispiegavano al sole, la loro ombra sulla terra era una tartaruga,
E io, il credente, sono stato anche lo scettico,
Perché sovente ho messo il dito nella mia stessa piaga,
per avere di voi la conoscenza e la fede più profonde.

Ed è con questa fede e questa conoscenza che io dico,
Voi non siete rinchiusi nel vostro corpo né confinati nei vostri campi,
Ciò che voi siete ha sua dimora fra le montagne ed erra nel vento.
E non è qualcosa che striscia al sole per scaldarsi o scava buche nel buio per trovare rifugio.
Ma un qualcosa di libero, uno spirito che avvolge la terra e muove nell'etere.


(Kahlil Gibran - Il Giardino del profeta)

Commenti

  1. Carissima Marina,
    mi è bastato poco per entrare in sintonia con il grandioso Kahlil Gibran. Ci sono cose che ci attirano più di altre, e il quelle poche parole che ho contemplato del suo dire, in qualche modo mi sono rispecchiato, godendo ti tutta quell'antica saggezza antica che man mano, in superficie si mostrava alla mia comprensione. A volte è come entrare in una leggera ma significativa estasi meditativa nell'ascoltare una armonia che si percepisce attraverso le parole o il suono di uno strumento , di una musica che innalza la rata vibratoria a quella maggiore nota musicale.. E' anche vero che dopo, con consapevole accettata malinconia, si ritorna nei propri passi esistenziali, ma qualcosa di indelebile, di non cancellabile, rimane impresso nell'essenza dell'anima , per quella dolce fragranza che si percepisceo per qualcosa di veramente sublime. Veramente si dovrebbero analizzare tutte le sante sagge immortali parole, per vedere da tantissime altre prospettive i raggi che come un sole esse nascondono per essere attrattiva luce per ogni ricercatore d'anima.

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    1. ...in effetti, sono scritti che sono messaggi... baci Raf.

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  2. un bacione cara Anima in cammino...
    venirti a trovare e leggerti e' sempre una profonda immersione.
    buona notte
    gea

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    1. Ciao, immagino che anche tu sia immersa nella neve... noi siamo chiuse in casa ()----------:

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    2. sembra stranissimo ma qui niente!!!!solo freddo e nasini che colano!baci allora monachelle di clausura forzata,eh eh

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