A tutti piace credere che il destino è nelle proprie mani... (Woody Allen)


- Come sono stati gli inizi della sua carriera?
"Ho cominciato molto giovane. Avevo solo sedici anni e già scrivevo barzellette e gag per la televisione. Io l'ho sempre considerato un lavoro: sa, in un mondo come il nostro c'è una grande domanda di gente che sappia scrivere scherzi e cose divertenti. 
"Dopo sette anni passati a ideare battute per gli show della Tv ho deciso di diventare attore di cabaret e di scrivere qualcosa per il teatro.
"Poi il caso ha voluto che qualcuno mi venisse a chiedere una commedia da portare sul grande schermo. A mio avviso non era un gran che, ma ebbe successo. Da quel momento si sono spalancate le porte del cinema."
- Quindi l'imprevisto ha contato molto nella sua vita?
"Penso sia così per tutti. Anzi, è fondamentale. Molto di più di quanto si pensa: a tutti piace credere che il destino è nelle proprie mani, che con l'impegno e il lavoro duro si possa sempre pilotare il corso degli eventi.
"Ma la verità, la patetica verità, è che una grossa parte è giocata dalle circostanze: per esempio, io sono nato nel 1935 a Brooklyn. Se invece fossi nato in Polonia o a Berlino le cose sarebbero andate diversamente, per me. Questo è soltanto un esempio."
-  E' più o meno la stessa battuta che lei ha messo in bocca a Sandy Bats, il protagonista di uno dei suoi film.
"Sì, lo ricordo. Con questo non voglio dire che la buona sorte sia tutto, ma che è una parte molto significativa della nostra vita."
(Intervista a Woody Allen in AMORI di Enzo Biagi)

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