Sventura ed emarginazione.
So che quando una commedia è troppo lunga gli spettatori si stancano. La mia tragedia è durata fin troppo a lungo; il suo culmine è già stato superato; la sua fine è ignobile; e sono perfettamente consapevole che quando la sua fine arriverà, io tornerò come un ospite gradito a un mondo che non mi desidera.
(Oscar Wilde, da una lettera a Robert Ross dal carcere di Reading)
Una sventura troppo grande mette un essere umano al di sotto della pietà.
(Simone Weil, L'ombra e la Grazia)
..solo l'emarginazione e la discrimazione non hanno fine nella morte.
RispondiElimina...putroppo in questo mondo "malato" la maggior parte delle persone anch'esse "malate" fonda i propri rapporti, che non riesco nemmeno a definire umani, ma semplicemente interpersonali sull'apparenza, sull'inganno di sè in primo e poi cercando di ingannare agli altri con mille amschere e finzioni. Per questa ciurma di gente non è ammesso l'errore, per lorochei sbaglia è out.
RispondiEliminaAnomina ha detto una cosa giusta: accade fin troppo spesso che l'emarginazione e la discriminiziane non conoscano neppure la possibilità di riscatto almeno nella morte.
Un caro saluto a te dolce Marina e a te Anonimo...
Serena Notte!
...scusate gli errori, ma stasera non sto proprio benissimo....mi gira la testa e sono debolissima..e non vedo neppure gli errori
RispondiElimina...me ne vado a nanna!!!
Grazie anonima... in fondo, ti capisco che non dici chi sei... ciao.
RispondiEliminaBeatrice,
RispondiEliminariguardati... forse, se si rinuncia alla comprensione e alla ammirazione, in quel vuoto, in quel che si dà senza nessuna aspettativa, in quell'Amor fati svuotato di qualsiasi residuo di ego, si fa spazio alla "grazia colma"...che è il pane sovrannaturale.
Grazie, tesoro!
RispondiEliminaQuello che hai scritto lo condivido in toto.
Ti abbraccio....
:-) baciuzzi.
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