Del conoscersi/conoscere...

A volte, mi guardo e dico: ma chi sei?
Altre, mi sorprendo nell'atto di osservare me stessa con sospetto e dico: ma che vuoi?
In alcuni casi, invece, mi sorprendo nell'assurdo atto di recitare una parte e dico: ma perché lo fai...ma che senso ha?
E, spesso, dopo aver detto o fatto qualcosa, provo una sensazione di disagio interno e mi chiedo: perché, allora, lo hai fatto/detto?
In altre occasioni, ci sono parole e gesti che razionalmente comprendo ma che mi scatenano un malessere incontenibile e penso: allora non ho imparato nulla della vita?

C'è qualcuno in me che non sono io e...mi sento strana. Sì, io sono decisamente uno strano tipo.

Sussiste la reale impossibilità a conoscere a fondo noi stessi
...e le persone che ci stanno accanto.

Commenti

  1. Marina anima lucente,
    questo post ha anticipato una delle riflessioni che volevo approfondire, in quanto un bel pò di tempo addietro scoprì "Uno, nessuno e centomila".

    Lessi tutto d'un fiato il romanzo e lo interiorizzai a tal punto che diventò un primo punto di partenza per le future scoperte...Quello che avevo letto diceva con parole che io non avevo trovato prima, tutto quello che avevo intuito (era la perfetta esternazione dei miei pensieri in "embrione")

    Ecco un brano tratto dal romanzo di Pirandello:

    "Riflessioni:
    1^ - che io non ero per gli altri quello che finora avevo creduto d'essere per me;

    2^ - che non potevo vedermi vivere;

    3^ - che non potendo vedermi vivere, restavo estraneo a me stesso, cioè uno che gli altri potevano vedere e conoscere; ciascuno a suo modo; e io no;

    4^ - che era impossibile pormi davanti questo estraneo per vederlo e conoscerlo; io potevo vedermi, non già vederlo;

    5^ - che il mio corpo, se lo consideravo da fuori, era per me come un'apparizione di sogno; una cosa che non sapeva di vivere e che restava lì, in attesa che qualcuno se la prendesse;

    6^ - che, come me lo prendevo io, questo mio corpo, per essere a volta a volta quale mi volevo e mi sentivo, così se lo poteva prendere qualunque altro per dargli una realtà a modo suo;

    7^ - che infine quel corpo per se stesso era tanto niente e tanto nessuno, che un filo d'aria poteva farlo starnutire, oggi, e domani portarselo via."

    Ancora quando rileggo queste riflessioni mi vengono i brividi per tutte le considerazioni che scatenano.

    Ti auguro una notte di calda luce solare!

    P.S.: Ho risposto al tuo commento nel mio blog!
    Che sorpresa aver indovinato di che segno sei!

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  2. ...che un filo d'aria poteva farlo starnutire, oggi, e domani portarselo via...
    Buona giornata con sorpresa, mi piacerebbe per te. Sorpresa bella!
    Marina

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  3. Come ti sei descritta, anch'io certe volte mi sento così, spesso mi sento a disagio, credendo di sbagliare o paura di sbagliare, perché non appaio come vorrei, anche se mi vedono in modo positivo o negativo. Certe volte penso "perché mi vedono così positivamente se non sanno come sono veramente e cosa faccio" o al contrario con altre persone "perchè mi vedono così negativamente allo stesso modo se non sanno come sono veramente e cosa faccio", come se non cambiassi mai. E nemmeno gli altri si fanno conoscere, solo la loro parte più superficiale.

    Per come scrivi ti immagino come uno di quegli angeli con un loro nome specifico che viene abbinato alla settimana della nascita.

    Io attraverso le mie attività culturali, occupandomi e leggendo molte opere di poeti e scrittori sparsi per l'Italia, non ho mai letto niente simile come scrivi tu.
    Scrivi molto bene.

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  4. Romanticio, ma chi sei per essere così caro?
    Grazie, grazie tanto veramente e benvenuto nella mia casa...io sono andata a casa tua, tu non c'eri e non sono riuscita a lasciare un messaggio alla tua cassetta...ora busso di nuovo...aprimi.
    A presto Marina

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Sii educato,grazie e benvenuto.

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